Progetti di cooperazione

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Corridoi educativi per studenti siriani

Questo progetto mira a creare percorsi di ingresso regolare e sicuro per studenti   di nazionalità siriana che sono arrivati e che arriveranno in Italia  per proseguire i propri studi accademici presso UPO ed essere supportati nel loro percorso di inserimento nel tessuto sociale locale.

Il progetto nasce da una intuizione di padre Jacques Mourad, priore del monastero di Mar Elian (Homs, Siria), rapito da Daesh e tenuto prigioniero per quasi cinque mesi nella zona di Raqqa. Tornato in libertà, ha sottolineato il bisogno di promuovere opportunità di formazione universitaria per i giovani siriani. Il Parlamento europeo, alla fine del 2015 questo, ha fatto proprio il messaggio di padre Mourad e ha invitato la Commissione e gli Stati membri di stabilire corridoi educativi per accettare nelle proprie università studenti da paesi in conflitto, in particolare Siria, Iraq ed Eritrea.

Gli studenti siriani non devono ottenere lo status di “rifugiati” e mantengono la propria nazionalità. Lo scopo, infatti, è quello di permettere loro il ritorno in Siria, quando le condizioni lo permetteranno, ed essere parte attiva nella cooperazione allo sviluppo del proprio paese.

Coloro che hanno completato il processo di identificazione e accettazione ottengono il visto e vengono iscritti a un corso di laurea dell’UPO. L’Ateneo non si occupa solo della loro formazione, ma dell’intero processo di integrazione con la società italiana e la comunità locale.

Nel 2019 si è laureato il primo studente in Biotecnologie; nel corso del 2020 altri sei sono giunti al titolo e altri continueranno a seconda della durata del corso di laurea e dell’anno di arrivo in Italia. Il modello di “corridoio educativo” si è rivelato fattibile e gratificante per tutti gli attori coinvolti. L’esperienza positiva lascia sperare che i corridoi educativi vengano ulteriormente allargati e condivisi con altre istituzioni accademiche.

 

Medicina d’emergenza in Sierra Leone

È in atto dal 2018, attraverso il Crimedim, un progetto di formazione e ricerca in Medicina di emergenza in Sierra Leone. Il primo ciclo di formazione si è svolto in tutti i 14 distretti del paese; si sono reclutati e formati 439 paramedici, 433 autisti di ambulanze, 8 local e 31 expat trainers. Corsi di aggiornamento successivi hanno focalizzato l’attenzione sulla valutazione del paziente e sulle procedure che sono diventate effettive con l’attivazione del numero unico nazionale. Un corso avanzato è stato erogato nel 2020.

Sul fronte della ricerca, si sta conducendo una revisione sistematica della letteratura per la valutazione dei servizi di emergenza pre-ospedaliera in paesi a risorse limitate; si sta sviluppando un protocollo di ricerca che si articolerà attraverso uno studio retrospettivo e uno prospettico per la valutazione dell’impatto del sistema NEMS per la terapia intensiva. Un dottorato di ricerca è finalizzato alla valutazione dello stress degli operatori umanitari, per la valutazione della resilienza allo stress degli expat trainers.